Il 10 maggio 1940 la Wehrmacht si mise in marcia verso ovest con l’obiettivo di accerchiare le armate franco britannichc che stazionavano nel nord della Francia, é il “Fall Gelb” o Piano Giallo.

Il piano prevedeva uno sfondamento del fronte sul fiume Mosa. La riva sinistra del fiume era difesa da fortificazioni leggere tipo MOM ( Manodopera militare) frammezzate da alcune fortificazioni tipo STG ( sezione tecnica del genio) , pertanto la linea fortificata era debole, soprattutto incompleta, male progettata, mancava di corazzature e per l’armamento faceva capo alle armi delle truppe che dovevano guarnirla.

Con un’avanzata travolgente, le forze germaniche accerchiarono le piccole fortificazioni per fanteria e le costrinsero alla resa, benché gli equipaggi opponessero una forte resistenza.

A inizio giugno il corpo di spedizione britannico si reimbarcò per l’Inghilterra dal porto di Dunkerque e dalle spiagge circostanti nota 13. I tedeschi lanciarono il “ Fall Rot” o Piano Rosso, le operazioni prevedevano l’attacco alla Linea Maginot in Alsazia e in Lorena.Il 12 giugno tutte le armate francesi iniziarono a ritirarsi sotto la protezione della “Linea”.
Heeresgruppe C attaccò la Linea Maginot nella Sarre poi sul Reno: benché accerchiata e nonostante che agli equipaggi della fortificazione fosse stato ordinato di abbandonare i loro posti e avessero iniziato l’abbandono, la “Linea” combatté sino all’armistizio.

La Linea Maginot, dove venne costruita secondo i piano C.O.R.F, nonostante la resa di molte piccole opere, all’armistizio era operativa. Occorrerà che gli alti comandi francesi inviino alcuni ufficiali di grado superiore , affinché gli equipaggi si arrendano consegnando ai vincitori la fortificazione.

Per quale ragione i tedeschi attaccarono la Linea Maginot senza averne l’effettiva necessità ? Secondo l’alto comando tedesco (OKH) per evitare ogni contrattacco francese, erano necessarie due condizioni: primo, l’operazione “Mosa” doveva essere condotta il più rapidamente possibile, secondo, la Maginot doveva essere bloccata, così da impedire ogni attacco delle truppe proveniente dalle retrovie, cosa che il Maresciallo Gamelin si guardò ben di ordinare. nota 14

Vediamo ora l’avvicinamento delle forze corazzate tedesche alla Linea Maginot:
Secondo il piano Dyle, alla dichiarazione della guerra, per il patto di mutuo soccorso, le divisioni francesi, dovevano entrare in Belgio e schierarsi a sostegno dell’armata belga , ma furono anticipate dall’attacco tedesco.

L’ attacco tedesco prevedeva: l’ala destra del gruppo di armate tedesche doveva attaccare sul canale Alberto, in Belgio e in Olanda, l’ala sinistra doveva rimanere ferma neutralizzando le truppe raccolte dietro la Linea Maginot, mentre la Herregruppe A di von RUNSTEDT doveva penetrare in Lussemburgo e nel basso Belgio, immobilizzare le truppe della la posizione avanzata di Longwy (PAL) nota 15 e 16, e avanzare velocemente verso la città di Sedan, dove le truppe statiche
nota 17 si collegavano con le truppe mobili dell’armata francese.

Le operazioni di avvicinamento alla linea fortificata si svolsero quindi tra il 10 e il 12 maggio.

Il 10 maggio la frontiera con il Belgio e il Lussemburgo da Sedan a Longuyon era presidiata da tre Divisioni Leggere di Cavalleria (2^,3^,5^ DLC) e ad esse vennero aggregate la 1^e 3^brigata di Spahis,1^ brigata di Cavalleria.

Compito di queste unità era di avanzare oltre la frontiera e fermare l’avanzata delle truppe tedesche, che alle 4,30 del 10 maggio avevano superato la frontiera tedesco-belga, iniziando l’invasione. Il “Luftkommando” Hedderich nota 18, cioè commando trasportati per aereo , aveva occupato i principali nodi stradali che si trovavano sulla strada dei cavalleggeri francesi.

I tedeschi erano pochi, ma condizionarono psicologicamente le truppe francesi che si accontentarono di mantenere il contatto. Solo la 1^ brigata di Spahis riuscì a penetrare profondamente nel Granducato, ma essendo l’avanguardia delle altre divisioni francesi, dovette fermarsi ,ripiegando per allinearsi con le altre unità.

La sera del 10 maggio, la 3^DLC era ritornata sulla linea di partenza , nonostante l’appoggio delle torri a scomparsa da 75mm della grossa opera di Bréhaim che sparò circa 3000 colpi; l’operazione Lussemburgo fu praticamente una sconfitta.

La 2^DLC avanzò in Belgio in direzione di Arlon che raggiunse contemporaneamente alle avanguardie della 10^ PzD; ne scaturì una piccola scaramuccia senza ne vincitori ne vinti.

La 10PzD, che era accompagnata dal reggimento di fanteria Gross Deutschland ( IRGD), aggirò la città, raggiunse il luogo dove la 2^DLC stava predisponendo delle ostruzioni; i tedeschi dovettero impegnarsi a fondo e solo a pomeriggio inoltrato, riuscirono a liberare la strada e a proseguire.

L’11 maggio la 2^DLC, benché fiaccata dalle continue scaramucce , continuò a combattere cercando di ritardare l’avanzata nemica, mentre raggiungeva i dintorni di Virton (O) nota 19 , la torre corazzata a scomparsa dell’opera di Velosnes (M) . venne in suo aiuto,
La 10PzD operò una conversione a Nord unendosi alla 1PzD, l’11 Maggio le due divisioni panzer impegnarono in duri combattimenti la 5^DLC, i cavalieri dovettero ripiegare sul fiume Semois dove non riuscirono ad attestarsi.

Nella notte il generale Huntziger (comandante della 2^armata da cui dipendevano le divisioni francesi), ordinò alla 5^DLC di sganciarsi e di schierarsi a difesa sulla linea delle Maisons Fortes. nota 20

Con questo ordine del generale Huntzinger, si persero tutti i salienti oltre frontiera, inoltre la rapida avanzata tedesca trasformò il ripiegamento della notte tra 11 e il 12 maggio, in una rapida ritirata, per cui non fu possibile attestarsi a difesa sulla linea delle Maison Fortes.

Inoltre le piccole fortificazioni semicampali di questa linea, non erano più presidiate, mancavano delle armi di dotazione e le trincee erano appena abbozzate. Le truppe in ritirata avrebbero dovuto riarmarle con le loro armi di accompagnamento e nel contempo guarnire una linea appena tracciata, trovando i mezzi occorrenti, anche se logorate da una lotta che durava da tre giorni.

Unica nota positiva, l’appoggio della Artiglieria Pesante di Corpo d’Armata (ALCA), ma nessuno ne richiese l’intervento.

A mezzogiorno del 12 maggio la 1^PzD, ora in grado di schierare tutti i suoi carri armati, lanciò un forte attacco sul raggruppamento Ovest; le truppe francesi abbandonarono la linea delle Maison Fortes, e andarono a schierarsi su una linea intermedia ancora più incompleta della precedente. Questa seconda linea era dominata dalle alture che sovrastano la città di Sedan e ad Est seguiva il corso della Chiers.

Nel primo pomeriggio alcune unità francesi passarono dietro la Linea di Resistenza Principale o LPR, nota 21 nel contempo altre truppe ingaggiavano difficili combattimenti per ritardare l’avanzata nemica. Uscendo dalla foresta, i tedeschi che inseguivano la 5^DLC, furono presi sotto il tiro dell’ALCA che sparava,finalmente, con tiro a vista. Anche quest’ultima divisione, a fine pomeriggio, riuscì a passare dietro la LPR.

A fine giornata cessarono tutte le operazioni di fronte alla linea fortificata.

Nello stesso tempo , 11 maggio le truppe tedesche iniziarono ad avvicinarsi alla PAL nota 22 per occupare la città. La 3^DLC , che aveva l’ordine di difendere la posizione, a fine giornata era ancora in Lussemburgo e solo nelle prime ore del 12 maggio, prese posizione sulla linea di difesa della PAL.

Le avanguardie tedesche raggiunsero la cresta tra Longwy-Haut e Tallancourt, in vista della fortificazioni della Maginot. ( la torre corazzata di Fermont (Q) effettuò i primi tiri contro i tedeschi).

La PAL era ormai accerchiata, fu una lotta confusa, caratterizzata da ritirate, il più delle volte non giustificate, non concertate con le unità vicine fino a ritirarsi gradualmente sulle opere fortificate.

Al mattino del 14 maggio l’intera posizione avanzata (PAL) risultò abbandonata.

In questo quaderno e nei prossimi ci occuperemo solo delle operazioni che riguardano l’attacco alla Linea Maginot nel tratto che va dal piccolo forte di Villy la Fertè (M)ai sobborghi di Basilea sul fiume Reno, tralasciando quanto accaduto lungo la frontiera franco-belga e quindi al cosidetto “prolungamento della Linea”.

Per poter comprendere meglio quanto accadde al PO di Villy la Fertè dobbiamo prendere in considerazione quella che venne chiamata “la battaglia di Sedan”.

Il 13 maggio le divisioni corazzate tedesche avevano raggiunto il fiume Mosa e iniziarono le operazioni per attraversare il fiume. le cui rive, come abbiamo già detto, erano difese da piccoli blocchi.

Lo schieramento tedesco di fronte a Sedan comprendeva tutto il gruppo von Kleist, cioè l’AK XIX (1^,2^ e 10^ Divisione Panzer) e di fronte a Monthermé una parte dell’ AK XVI (6^ PzD).

Il generale Guderian, che era al comando della AK XIX, ebbe l’ordine di forzare le difese francesi di Sedan , per farlo egli disponeva di tre divisioni: la 1^PzD comandata da Kirchner, la 2^PzD comandata da Veiel e la 10^PzD comandata da Schaal a quest’ultima era aggregata, il reggimento di fanteria GROSS DEUSCHLAND.

La difesa era affidata a 43 casematte, impiantate lungo la strada Wadelaincourt(E) – Remilly e Donchéry(A)-Flize Si trattava per lo più di grossi blocchi tipo STG ( Sezione Tecnica del Genio) il cui armamento, fornito dalle truppe di campagna, era costituito essenzialmente da fucili mitragliatori, mitragliatrici e cannoni controcarro da 37 mm o 25 mm. nota 23

A copertura della posizione operavano alcune casamatte per cannoni da 75 mm di queste, solo quella di Vaux- Dessus, situata tra Sedan e Donchéry (A), poteva intervenire efficacemente , le altre, a causa del loro orientamento, non furono di alcuna utilità.

Il ritardo nel predisporre le difese, fece si che la linea avanzata davanti alla città fosse appena abbozzata, che la linea di difesa dentro l’agglomerato urbano fosse debole e non avesse profondità, che la seconda linea dietro la città fosse solo allo stadio di progetto. Tra le casematte di Pépinière-Creplet al nord e quella di Cote-du-Pré-de-Meuse vi era una breccia di tre chilometri dove si ingolferanno la 1^e la 10^ PzD, di fronte ai tedeschi erano schierate divisioni francesi per la maggior parte di serie B e quindi poco agguerrite
foto est int mom 15,16.

Alle ore 11 del 13 maggio la Luftwaffe attaccò la posizione fortificata a fianco di Sedan martellando le casematte, distruggendo le comunicazioni e accecando i difensori. Alle ore 14 tutta l’artiglieria della 1^PzD ( anticarro,antiaerea e carri) tirò a vista sulle casematte che sorgevano sulla riva della Mosa, poco controbattuta dal tiro di controbatteria francese (l’artiglieria francese era a corto di munizioni).

I cannoni tedeschi da 88 mm distrussero le feritoie accecando e soffocando i difensori, verso le ore 16 ,la 1^PzD iniziò l’attacco vero e proprio e riuscì a stabilire una testa di ponte presso la penisola di Iges(B), mentre le Stosstruppen del reggimento di fanteria Gross Deuschland e del Schutz-reggiment 86 attraversavano la Mosa su canotti pneumatici di fronte a Wadelaincourt (E) avvicinandosi ai blockhaus che si arresero l’uno dopo l’altro.

La sera del 13 maggio la situazione era delicata ma non disperata, nessun carro armato tedesco aveva superato la Mosa e i pochi soldati di fanteria che erano riusciti a sbarcare sulla riva sinistra potevano essere respinti.

Alle 18,30 accadde il primo errore serio : gli artiglieri francesi che erano schierati nelle vicinanze di Bulson (L), nel circondario di Sedan , per la paura di essere accerchiati, essendosi sparsa la notizia che nei dintorni vi fossero dei carri armati tedeschi, abbandonarono i cannoni.

Lo sganciamento si trasformò ben presto in una caotica ritirata , questa, subito, si estese alle altre unità, agli abitanti e alle autorità civili.

Alle ore 1 del14 maggio i genieri della 1^ PzD gettarono un ponte di barche, adatto al traffico pesante, sulla Mosa a Gaulier (C) e alle 7,30 i panzer della divisione passarono sulla riva sinistra seguiti da quelli della 2^PzD, che non era riuscita a stabilire una testa di ponte nel settore di Donchéry.

La 10^PzD a sua volta, gettò un ponte di barche nei pressi di Bouillonnais (D?) e raggiunse l’altra riva. nota 18

Durante la giornata del 14, i comandi francesi cercarono di reagire operando su due fronti:terrestre e aereo. Le truppe e i carri inviati non riuscirono a contrattaccare, le forze aeree inglesi e francesi,agendo di concerto, dovevano attaccare e distruggere i ponti, furono decimate dal fuoco contraereo di 303 pezzi antiaerei (calibro 25,37 e 88mm) appartenenti alle tre divisioni corazzate , al fuoco dei cannoni si aggiunse la Luftwaffe, ormai padrona dei cieli.

Le forze aeree alleate furono decimate , nel tardo pomeriggio 600 carri delle tre divisioni tedesche erano sulla riva sinistra. La 1^e la 2^PzD, nella serata, raggiunsero Chémery(F), qui si separano procedendo entrambi verso Ovest, sorprendendo ancora una volta i francesi.
La 10^PzD ebbe l’ordine di conquistare e tenere le alture di Stonne( R) per contrastare ogni possibile contrattacco francese.

Il generale Huntziger che era al comando del tratto di fronte tenuto dalla 2^ armata e quindi del settore di Sedan, nella serata del 14 Giugno, decise di abbandonare la linea fortificata delle rive della Chies nota 25 Le truppe schierate su questa linea, dovettero abbandonarla per attestarsi sulla bretella Inor-Malandry (G L), nonostante che la nuova linea fosse solo allo stadio di progetto.
In piena notte i blockhaus vennero abbandonati assieme alla maggior parte degli armamenti, soprattutto le armi controcarro ( appartenenti alla 3^DINA divisione di fanteria ) e l’artiglieria pesante del 18° corpo d’armata.

Il 15 giugno al mattino, quando le divisioni comandate dal generale von SCHOBERT ( AK VII), presero d’assalto le posizioni sulla Chiers trovarono il vuoto, i francesi si erano ritirati, secondo gli ordini, sulla sopra menzionata bretella.

Spostandosi sulla nuova posizione, la breccia nello schieramento francese si allargò sensibilmente, se invece si fosse contrattaccato, come previsto, appoggiandosi alla piccola opera di La Ferté. si sarebbe creato un saliente che avrebbe, se non fermato, rallentato l’avanzata tedesca.

Lo sfondamento tedesco sulla Mosa, segnò profondamente il seguito delle operazioni, l’assenza delle riserve e di profondità nello schieramento francese , non permise all’alto comando francese di arginare le divisioni corazzate tedesche, tanto che i blindati tedeschi raggiunsero nella serata del 20 maggio la Manica a Noyelles.


nota 13 Una delle spiagge su cui si imbarcarono per raggiungere l’Inghilterra, le truppe inglesi e francesi nel maggio giugno 1940, fu quella di ZUYDCOOTE, spiaggia alle cui spalle sorgeva e sorge tuttora, il grande edificio dell’omonimo convalescenziario. Ambientato su questa spiaggia fu girato nel 1964 il film WEEK-END a ZUYDCOOTE per la regia di Henri Vermeuil interpretato tra gli altri da Jean-Paul Belmondo

nota 14 Per evitare ogni infiltrazione di truppe nemiche tra le opere la CORF aveva previsto delle truppe ( le truppe d’intervallo) che stazionassero nelle immediate retrovie della linea fortificata. Per proteggere questi uomini aveva progettato e costruito dei ricoveri corazzati realizzati sia sul piano di campagna sia sotterranei (abrì surface o abrì caverne)

nota 15 Le lettere dell’alfabeto stanno ad indicare sia sullo stralcio della carta Michelin a 1/200000 sia sullo stralcio delle carte dell’IGN con scala 1/25000 allegate, la località

nota 16 Posizione Avanzata Longwy abbreviata in PAL

nota 17 L’ala destra tedesca era composta dal Gruppo di Armate B (von Bock) forte di 30 divisioni, l’ ala sinistra era composta dal Gruppo di Armate C (von Leeb) , il centro dal Gruppo di Armate A (von Rundstedt) forte di 50 divisioni con due armate di riserva 11^ e 12^ armata. L’ala statica francese dal 2° Gruppo di Armate (Pretelat), al centro la 2^ Armata (Hunziger) l’ala mobile schierava il Gruppo d’Armate n° 1, a sua volta suddiviso nella 9^Armata (Corap), nella 1^ Armata (Blanchard),nella BEF ( lord Gort) e ultima nella 7^ armata (Giraud).

nota 18 Il Luftkommando Hedderich era composto da “commandos” che venivano trasportati ai punti di transito obbligati a mezzo di aerei leggeri tipo Fieseler Fi156 “Storch” note con il nome “Cicogna”

nota 19 le lettere tra parentesi indicano la posizione sulle cartine allegate al quaderno

nota 20 Secondo i dettami della CORF (Commissione, Organizzazione delle Regioni Fortificate), tutte le strade provenienti da Belgio e dal Lussemburgo dovevano essere presidiate da truppe.
Queste truppe per assolvere il loro compito, oltre a degli sbarramenti stradali potevano contare su una piccola fortificazione armata di mitragliatrici e di cannone controcarro. Sopra il blocco corazzato vi era una costruzione destinata a ricoverare il piccolo presidio.
Oltre a presidiare la località , in caso di attacco, dovevano dare l’allarme alla linea principale di resistenza.

nota 21 la linea principale di resistenza seguiva la riva sinistra del fiume Mosa, la abbandonava prima di raggiungere la località di Vaux Dessus passava a ovest della città e si attestava sulle rive della Chiers cerca le località esatte su carte al 25.000

nota 22 La difesa di Longwy era importante, nel circondario vi erano molte miniere di carbone e ferro da cui dipendevano le industrie siderurgiche locali, importantissime per lo sforzo bellico

nota 23 Le casematte STG avevano due camere di combattimento opposte che tiravano di fiancheggiamento potevano quindi incrociare il tiro con le fortificazioni vicine . le camere di combattimento erano armate di mitragliatrici e cannoni controcarro da 37 mm o 25mm
La difesa ravvicinata era affidata a fucili mitragliatori

nota 24 La località Gaulier si trova nel sobborgo di Sedan , sulla carta del all IGN con scala 1/ 25000 non viene riportata alcuna località “Bouillonaise” esiste nella città di Sedan una strada con questo nome . occorre però tenere presente che la carta in mio possesso risale agli anni 80 e la città sicuramente è cambiata dagli anni 40.