
La ritirata delle truppe di intervallo e lo sfondamento nella Sarre e sul Reno (quaderno 6)
Dobbiamo ricordare alcuni fatti importanti.
A inizio giugno il corpo di spedizione britannico si era reimbarcato a Dunkerque, il generale Gamelin, che era il comandante supremo delle forze francesi, fu sostituito dal generale Weygand. Le armate francesi del nord che si erano ritirate dalla frontiera belga, si erano attestato sulla linea Somme-Aisne-Linea Maginot.
Il 5 giugno 1940 i tedeschi diedero inizio alla seconda fase dell’attacco alla Francia ,ossia l’operazione “Fall Rot”, L’operazione aveva lo scopo di attaccare la “vera” Linea Maginot paralizzando le truppe francesi schierate nelle retrovie della linea fortificata permettendo al gruppo Guderian di sfilare nelle retrovie della “Linea” in modo di raggiungere agevolmente la frontiera svizzera e il sud della Francia. Nota 38
Il generale Pretelat, al comando di tutte le truppe di intervallo schierate alle spalle della linea fortificata da Longuyon alla catena montuosa del Jura (Svizzera),riunì il comandante della 2^armata generale Huntziger e il comandante della 3^armata generale Condé per esporre la sua idea, egli voleva preparare una ritirata generale delle truppe sotto il suo comando in modo da costituire una riserva mobile. Dopo molte discussioni presentarono il piano al generale Weygand, il quale approvò la ritirata e la costituzione della riserva mobile.
Il 10 giugno i tedeschi sfondarono le linee francesi attestate sul fiume Somme,il generale Huntzinger ( ricordiamo che era la comando della 2^armata che era di collegamento tra le truppe mobili francesi e la Linea Maginot)decise ( di testa sua?)di ritirarsi verso sud. In tal modo sperava di poter stabilire, appoggiandosi alla bretella Longuyon-Mangiennes, una linea di resistenza sul fiume Marna a Vitry-le-Francois.
A seguito della ritirata della 2^armata,la testa di ponte di Montmedy, si trovò isolata, pertanto doveva essere evacuata, per prime si sarebbero ritirate le truppe di complemento e di intervallo, le fortificazioni dovevano proteggere il ripiegamento, per poi nella notte tra il 12 e 13 giugno, a loro volta ritirarsi dopo aver sabotato le opere.
Il generale Prételat, temendo, a seguito di questi movimenti, una seria minaccia al suo fianco sinistro, ordinò ai suoi comandanti di armata di preparare immediatamente una ritirata generale.
Il comandante della 3^ armata, generale Condé, decise le seguenti misure:
Giorno X: 1^ disposizione, si ritirano le unità di rinforzo, le truppe d’intervallo e i servizi protette dalle opere e dalle casematte.
Giorno X +1: 2^ disposizione, evacuazione dell’artiglieria d’intervallo e degli equipaggi delle casematte, le opere forniranno la necessaria copertura.
Giorno X+2 ( in caso di necessità X+3): 3^ disposizione, gli equipaggi abbandonano le opere dopo aver sabotato le armi e le istallazioni tecniche.
Quindi se le truppe d’intervallo ripiegheranno nella notte del 13 giugno, va da se che l’equipaggio delle casematte si dovranno ritirare nella notte dal 14 al 15 giugno, quello delle piccole opere evacueranno nella notte tra il 15 e 16 giugno e gli equipaggi delle grosse opere nella notte tra il 16 e il 17 giugno.
Il generale Bourret al comando della 5^ armata fu meno preciso, egli ordinò alle opere una resistenza a termine, senza alcuna altra precisazione, lasciando all’evoluzione degli eventi (e ai suoi subordinati) il compito di guidare la ritirata.
L’EVACUAZIONE DELLA TESTA DI PONTE DI MONTMEDY 11-13 GIUGNO
I primi difensori (essenzialmente i servizi) della testa di ponte di Montmedy, iniziarono a ripiegare fin dalla notte tra il 10 e l’11 giugno per allinearsi con le unità della Regione Fortificata di Metz e quindi ritirasi tutti assieme.
Nella notte tra l’11 al 12 giugno le truppe d’intervallo, si ritirarono sotto la protezione di un velo di truppa lasciato nelle fortificazioni per dare l’impressione della solita attività e preparare le distruzioni.
La notte seguente evacuarono le fortificazioni della TPM, era previsto che la ritirata avvenisse in gran segreto. I serbatoi del gasolio e dell’acqua vennero bucati,i motori diesel delle generatrici, a cui venne tolto il lubrificante, furono lasciati funzionare fino al grippaggio, l’armamento venne neutralizzato distruggendo con una mazza le parti più delicate (congegni di puntamento e gli otturatori) tutto questo avvenne con poco rumore ma la distruzione delle corazzature con l’esplosivo di sicuro attirarono l’attenzione dei tedeschi.
Le truppe della 169^divisione di fanteria (ID169) che operavano nei dintorni della TPM,si accorsero ben presto di questi movimenti,il comando tedesco inviò delle pattuglie a esplorare le vicinanze delle opere.
Una pattuglia del 378°reggimento di fanteria (IR 378), alle 3:00 del 12 giugno, scoprì che il forte di Vélosnes era abbandonato, la notizia arrivò al comando della ID 169 solo nel pomeriggio, altre pattuglie dello stesso reggimento,trovando la casamatta di Moiry abbandonata, risalirono la linea delle opere, la GO di Chesnois e le casematte che la circondano, alle 11,00 erano in mano tedesca, alle 14:15 la PO di Thonnelle e la GO di Velosnes erano occupate.
Alle 20:00, sempre del medesimo giorno,le avanguardie dell’ ID 169 superarono Montmédy e raggiunsero la linea Juvigny-sur-Loison, Iré-le-Sec, Bazeilles-sur-Othain a una quindicina di chilometri dalla bretella Longuyon – Mangiennes. Le truppe della divisione tedesca non riuscirono a raggiungere la bretella nella serata, questo permise alle truppe d’intervallo del Settore Fortificato di Crusnes di ritirarsi in una relativa tranquillità.
L’ATTACCO NELLA SARRE E SUL RENO
Abbiamo visto che con l’operazione FALL ROT i tedeschi avevano previsto di attaccare la Linea Maginot , naturalmente per prima avrebbero cercato di sfondare nei settori più deboli.
L’attacco fu affidato l’HEERESGRUPPE C al comando del generale Von Leeb, il 14 giugno i tedeschi dovevano attaccare nella Sarre e il giorno 15 sul Reno. Sin dall’inizio dell’offensiva sul fronte Ovest, l’Heeresgruppe C, aveva preso posizione di fronte alla Linea Maginot, a partire dal Jura svizzero al piccolo principato del Lussemburgo-
L’OPERAZIONE TIGER (14 giugno) L’ATTACCO NELLA SARRE
L’incarico di sfondare nel settore fu affidata alla 1^armata tedesca, comandata dal generale von Witzleben, il generale poteva disporre di tre corpi d’armata, forti di sei divisioni di prima linea e due di rinforzo. L’appoggio in artiglieria assommava a un migliaio di cannoni di tutti i calibri. Inoltre poteva contare sull’appoggio massiccio della Luftwaffe.
Le forze francesi erano nettamente inferiori 2 divisioni: la 52^ Divisione di Fanteria (52^ DI) e la 1^ Divisione di Granatieri Polacchi ( 1^ DIP), a queste due unità vanno aggiunti tre Reggimenti di Mitraglieri da Fortezza (69°,82° e 17° RMIF) (ricordiamo che molte truppe del settore avevano cominciato la ritirata sin dal 13 giugno).
I tre reggimenti dovevano difendere il “Varco” (TRUEE) della Sarre ,alla destra era schierato 133° Reggimento di Fanteria di Fortezza (133° RIF). Il settore difensivo era basato essenzialmente su casematte,di cui molte non finite e su blockhaus di diverso tipo, costruiti dalla Manodopera Militare .La CORF aveva previsto di integrare questa fortificazione leggera con grandi zone inondabili; le inondazioni dovevano essere messe in atto fin dalla dichiarazione della guerra, inspiegabilmente l’ordine di aprire le dighe e dar atto all’inondazione, fu dato solo a inizio giugno ,pertanto gli allagamenti non raggiunsero l’estensione e l’altezza prevista.
Fin dal 29 maggio i tedeschi avevano sferrato degli attacchi di prova nel settore , vennero attaccati gli avamposti di Guebenhouse (G) Nota 39 il 2 giugno il blocco MC8B a Loupershouse (F) venne distrutto, a Henriville (D) e a Marienthal ( C) gli avamposti vennero accerchiati e un tentativo di liberarli , sferrato da 15° GRCA (15° gruppo di ricognizione del corpo di armata) e da elementi dell’82° RIF (Reggimento di fanteria di fortezza) si risolse in una secca sconfitta con 180 perdite tra i soldati francesi. Il giorno successivo il generale Dagnan, che era al comando delle truppe nel settore della Sarre, decise di evacuare tutti gli avamposti.
Di conseguenza ormai da molti giorni, gli osservatori francesi davano per imminente un attacco in forza, ma, conformemente agli ordini, a tutte le unità francesi, venne ordinato di ritirarsi nella notte del 14 giugno. La ritirata doveva essere protetta da un velo di truppe che, a loro volta dovevano sganciarsi nella notte del 15.
L’operazione “Tiger” ebbe inizio, effettivamente,alle ore 6,00 del 14 giugno,in cattive condizioni meteorologiche .L’artiglieria tedesca, validamente controbattuta da quella francese, per tre ore scatenò il tiro di preparazione, alle ore 9,00 la fanteria tedesca si lanciò all’attacco degli avamposti.
La resistenza francese su coraggiosa, ma gli avamposti di Knop (O), di Barst (E), di Grossbergh (B) di fronte a Biding) vennero neutralizzati. Le unità d’assalto tedesche proseguendo la loro avanzata andarono all’attacco della linea principale di resistenza,intensi combattimenti si scatenarono di fronte a Holving (N) e a Puttelange (L), Hoste(H), ma nonostante l’intervento della Luftwaffe, i tedeschi riuscirono solo a creare una piccola breccia nel bosco di Kalmerich(Q). Nota 40
Di fronte a questi piccoli risultati, il generale von Witzleben, nella serata del 14, decise di sospendere le operazioni.
Durante i combattimenti del 14, i tedeschi presero prigioniero un portaordini francese, questi recava l’ordine di ripiegamento, i tedeschi appresero in tal modo dell’ordine di ritirata dei difensori, il generale tedesco ordinò l’immediata ripresa dell’offensiva
Le operazioni ripresero quindi al mattino del 15 giugno, le truppe d’assalto tedesche riuscirono facilmente a neutralizzare gli ultimi blochkaus che ancora opponevano resistenza. La 1^ armata dell’ Heeresgruppe C aveva superato linea fortificata.
OFFENSIVA SUL RENO (15 giugno) L’OPERAZIONE KLEINER BAR
Il 13 giugno nella mattina le truppe del 2°Gruppo di Armate (GA2) schierate lungo il fiume Reno iniziarono a ritirarsi verso i passi dei Vosgi. Le truppe da fortezza che presidiavano le opere rimasero sole e solo pochi reparti rimasero nelle immediate retrovie per mascherare il ripiegamento.
Occorre precisare che le casematte della riva ( di “berghe”) vennero progettate e costruite per il tiro di fiancheggiamento, armate essenzialmente con armi da fanteria Nota 41 pertanto non potevano sparare verso la sponda tedesca del fiume Nota 42
Tra la prima e la seconda linea vi erano dei fitti boschi intersecati da piccoli corsi d’acqua che davano origine a zone paludose, rare le vie di penetrazione verso l’interno.
A sorvegliare ed impedire una penetrazione attraverso queste vie, una seconda linea di fortificazioni venne prevista e costruita. Essenzialmente costituita da ricoveri attivi(armate con torretta GFM e una feritoia per fucile mitragliatore a difesa dell’ingresso) e da casematte tipo MF2a (alcune edificate sulle vie principali di penetrazione armate di cannone AC da 37mm).
Una terza linea (di resistenza) o “linea dei villaggi” venne costruita nei pressi della strada che univa i vari paesi sparsi nella pianura a ovest della foresta del Reno, anche queste casematte erano prive di artiglieria pesante,erano armate di mitragliatrici binate e cannoni controcarro da 47mm, oltre alla solita torretta GFM avevano una torretta per mitragliatrice binata (JM) unica arma con campo di tiro verso la possibile provenienza del nemico.
Rispetto alle casematte della riva erano più robuste ed erano riparate dall’offesa dell’artiglieria nemica, da un terrapieno ( nel corso della battaglia questi terrapieni colpiti da bombe d’aerei in picchiata, gli Stuka, contribuirono, proiettando la terra con cui erano realizzati, ad ostruire le feritoie delle armi ).
Una ulteriore linea, incompleta, era in costruzione sull’argine del canale Rodano-Reno .Durante la “Drole de guerre” la manodopera militare (MOM) costruì alcune decine di piccoli blockhaus sull’argine maestro del fiume o nei pressi dei rari sentieri che intersecavano la foresta.
Ogni comandante di settore costruì queste piccole opere secondo una concezione personale sia del sito che della forma. Fiorirono quindi le piccole casematte denominate “cupole 7^region”, blockhaus per cannoni da 25mm, blockhaus a due cupole con osservatorio, blockhaus MOM per cannoni da 47 mm su affusto a candeliere e. non ultimi. i blockhaus “Calghery”, Nota 43
Con la ritirata del 14 giugno le truppe che rimasero a difesa dell’intero settore assommavano a sette battaglioni e a diciotto pezzi d’artiglieria.
Il nemico poteva contare sulla 7^armata comandata dal generale Dollmann, l’armata schierava 7 divisioni e trecento cannoni di vario calibro, per traghettare le truppe d’assalto vi erano a disposizione settecento canotti d’assalto (Sturmboat), trecento zattere, per alimentare le teste di ponte si era prevista la costruzione tre ponti militari.
Obiettivo dei tedeschi sfondare la linea del Reno, raggiungere e superare i Vosgi in modo da bloccare l’avversario e così proteggere l’avanzata delle colonne corazzate di Guderian verso la Svizzera e il sud della Francia.
L’operazione “Kleiner Bar” doveva svolgersi in due tempi l’attacco principale doveva avvenire su un fronte di 30 chilometri da SCHOENAU a NEUF BRISACH,iniziare alle ore 9,00 del 15 giugno, dopo una forte preparazione d’artiglieria ,all’operazione erano destinate tre divisioni la 218 ID , la 221 ID e la 239 ID.
L’attacco secondario doveva essere sferrato alle 13,00 del medesimo giorno, nella zona di RHINAU ed era compito della ID557 coadiuvata dalla ID555.
Le truppe tedesche, nei giorni precedenti l’attacco si radunarono, in gran segreto, nei boschi della riva del Reno,i cannoni a tiro teso vennero avvicinati il più possibile al fiume mascherati dagli alberi della foresta che sorgeva sulla riva tedesca del fiume;, lo stesso avvenne per le imbarcazioni.
All’ora stabilita (9:00 del 15 ) il bombardamento di preparazione iniziò nei dintorni di NEUF BRISACH, i cannoni contraerei da 88mm e i controcarri da 37mm, iniziarono il tiro di distruzione contro le casematte e i blockhaus della riva. In brevissimo tempo le torrette delle casematte vennero perforate e scalzate, le pareti frontali bucate e i proietti cominciarono ad esplodere nelle casematte rendendo impossibile occuparle. Stessa cosa per i blockhaus che furono traforati da parte a parte e alcuni vennero addirittura ribaltati.
Le truppe d’assalto alle 9:20 si imbarcarono sui canotti sotto una pioggia battente e si lanciarono verso la riva tenuta dai francesi
Davanti a Schoenau la 218 ID si urtò con il 242° reggimento di fanteria che oppose una feroce resistenza,la casamatta Schoenau-sud, che non era stata neutralizzata, Nota 44, contrastò efficacemente la penetrazione delle truppe d’assalto, tanto che il comando del 397° reggimento di fanteria (397IR) decise di sospendere momentaneamente il traghettamento.
Per contro, i blockhaus della riva a sud di Schoenau vennero neutralizzati o abbandonati, per cui i tedeschi riuscirono a stabilire una piccola testa di ponte;successivamente espugnarono le ultime casematte della prima linea che ancora resistevano.
A sinistra di fronte al paese di Markolsheim, la 221^ divisione di fanteria tedesca (221 ID) doveva espugnare le posizioni tenute dal 42° reggimento fanteria da fortezza (42 RIF), la traversata si svolse favorevolmente e rapidamente, le truppe d’assalto tedesche (Stosstruppe) neutralizzarono i blockhaus della riva. In seguito gli assalitori procedettero alla “pulizia” delle casematte che resistevano ancora e avanzarono nella foresta del Reno in direzione della linea principale di resistenza incentrata sulle casematte di Artzenheim e Baltzenheim. Meno di un ora dopo aver messo piede sulla riva francese i tedeschi iniziarono la costruzione di un ponte di barche all’altezza di Linbourg.
Infine a sud, era spiegato davanti a Neuf-Brisach, il 33°Corpo di Armata (HKXXXIII) forte di tre divisioni ID239,ID 554, ID 556. Di fronte alla prima si contrapponeva al 9°Battaglione cacciatori dei Pirenei (9°BCPyr), alla seconda, che aveva in prima linea il IR 623, si contrapponeva il 28° RIF e di fronte all’ultima vi era il 10° BCPyr.
Alcuni elementi del IR623 riuscirono a sbarcare sulla riva sinistra ma la loro situazione era molto difficile, in quanto non tutti i blockhaus erano stati ridotti al silenzio e inoltre avevano di fronte le sole batterie d’artiglieria di cui disponevano i difensori. Le unità impiegate subirono forti perdite e restarono bloccate lungo l’argine; di fronte alla violenta reazione francese il generale Brandt ordinò di sospendere lo sbarco nel settore.
Alle 13:00 iniziò l’attacco secondario previsto sul fronte tenuto dalla 103^ divisione di fanteria da fortezza (103 DIF) l’attacco viene sferrato dal 633°Reggimento di fanteria (IR633) della 557^divisione di fanteria (ID 557) a quest’ultima si affianca la ID 555 entrambi le divisioni fanno parte del 25°corpo di armata (AKXXV).
Malgrado un insabbiamento, gli attaccanti raggiungono rapidamente la riva francese e neutralizzarono rapidamente sia i blockhaus della riva, sia la casamatta di Rhinau nord; la casamatta Rhinau sud resisteva ma non riuscì a impedire che l’attacco proseguisse verso la linea dei villaggi, sulla quale i tedeschi ottennero un buon successo e alle 17,00 si impadronirono della casamatta Ziegelhof.
Riassumendo, le divisioni tedesche alla sera del 15 giugno erano sì riuscite a creare teste di ponte sulla riva francese del Reno, e occupare più o meno larghe parti del territorio tra la riva e la linea di resistenza, ma non avevano raggiunto l’obiettivo del giorno fissato dal generale Dollmann, ovvero il canale Rodano-Reno.
Vediamo ora la situazione delle varie divisioni tedesche: la ID 218 era in contatto con la linea dei piccoli blocchi, la ID 221 era bloccata sulla argine maestro, la ID 239 era nella foresta del Reno ma non era riuscita a superarla, la divisione era però riuscita a gettare un ponte militare nei pressi di Jagerhof.
L’operazione secondaria condotta dal IR 633 della ID 557 era quella che aveva ottenuto i migliori risultati, riuscendo a forzare in alcuni punti la linea dei villaggi. Il 16 giugno le operazioni ripresero, con l’obiettivo di neutralizzare la linea principale di resistenza e superarla. L’intervento degli bombardieri in picchiata gli “Stukas” favorì l’attacco, le casematte della riva che resistevano ancora: Rhinau sud, Schoenau sud, Pont de Rail sud vennero neutralizzate, mentre Schoenau nord e centro, Pont-de-Bateaux. vennero abbandonate dai difensori.
Gli Stukas o Ju 87 si accanirono soprattutto sulle grosse casematte della “linea dei villaggi”, i bombardieri in picchiata sganciavano le loro bombe a bassissima quota cercando di piazzarle davanti alle feritoie, in tal modo con la proiezione della terra, sollevata dall’esplosione, le ostruivano.
Le esplosioni scuotevano le opere e minavano il morale dei difensori che non potevano rispondere a questi continui attacchi .
Come abbiamo detto, le feritoie vennero danneggiate o ostruite dal soffio delle esplosioni, rendendo impossibile la difesa delle opere:Biesheim sud e Artzenheim nord vennero abbandonate dal loro equipaggio; la casamatta di Baltzenheim cessò il combattimento dopo che il servente di una mitragliatrice binata venne ucciso dallo scoppio di una bomba proprio di fronte alla feritoia.
Verso le 17:30, i pionieri tedeschi attaccarono e distrussero le feritoie della casamatta Marckolsheim sud che dovette cessare il combattimento; Marckolsheim nord , danneggiata dal bombardamento aereo,a sua volta,venne attaccata con i lanciafiamme e una gran parte dell’equipaggio venne ucciso. Nota 45
Alla sera del 16 giugno la linea dei villaggi di fronte al paese di Marckolsheim poteva considerasi neutralizzata , ma il paese , organizzato in un nido di resistenza, resisteva ad oltranza. Lo sfondamento auspicato, venne rimandato all’indomani.
Nella notte tra il 16 e il 17 giugno tutta la 104^ DI ricevette l’ordine di ritirarsi nei Vosgi , sotto la protezione di un velo di truppe fornito dalla 54^ DI. Di conseguenza la 7^ armata tedesca, quasi senza colpo ferire, si impadronì di Colmar,contribuendo poi, all’accerchiamento delle armate francesi dell’ Est, avvenuto il 19 giugno con la caduta di Belfort.
Apriamo una parentesi sulla caduta della capitale dell’Alsazia ,Strasburgo;il 18 giugno nella notte giunse l’ordine di evacuazione agli equipaggi delle casematte della riva. All’alba la linea Maginot di Strasburgo era totalmente abbandonata, i tedeschi non se ne accorsero e non fecero alcun tentativo per occupare la città. Niente avrebbe impedito ai tedeschi di attraversare il fiume sul ponte stradale di Kiel, semidistrutto ma percorribile a piedi. Nota 46
Nella notte tra il 18 e il 19 giugno a partire da Boofzheim il gruppo esplorante del generale Smhitt, si spinse verso nord, venendo ritardato solo dal dover attraversare i corsi d’acqua su cui tutti i ponti erano stati distrutti. Verso mezzogiorno le avanguardie entrarono in città passando dalla periferia ovest, alle 12,30 la bandiera tedesca sventolava sulla cattedrale e il generale tedesco, quasi senza colpo ferire,si istallava nel municipio di Strasburgo.
Segue.
Per coloro che volessero visitare questa parte dell’Alsazia
NOTE
nota 38. Le truppe di intervallo erano truppe “statiche” schierate tra le fortificazioni e nelle immediate retrovie, erano supportate da una propria artiglieria, da propri servizi e da proprie forze corazzate, scopo bloccare un eventuale infiltrazione nemica, e non ultimo, contrattaccare sortendo dalla “Linea” ed inseguire l’attaccante
La CORF aveva previsto per protegge queste truppe, delle apposite fortificazioni, situate appena oltre la linea principale di resistenza , sono dei ricoveri corazzati costruiti in superficie o sotterranei “ABRI’SURFACE e ABRI’CAVERNE”
L’intenzioni erano ottime, peccato che, ad esempio, i carri armati fossero del pezzi da museo risalenti alla prima guerra mondiale e che il comandante in capo generale Gamelin , quando le forze corazzate tedesche sfilarono vicinissime e di fronte alla Linea Maginot per raggiungere i punti di partenza dell’offensiva contro il Belgio, si guardò bene da ordinare a queste truppe, un uscita dalla Linea e un attacco.
Per contro il successore e i suoi sottoposti ordinarono, a queste truppe, non abituate alle marce e in assenza di adeguati mezzi di trasporto,una ritirata, a piedi, di decine di chilometri onde raggiungere la catena montuosa dei Vosgi e occuparne i passi.
nota 39 Le lettere tra parentesi dopo il nome del paese indicano la località sullo stralcio della carta Michelin 1/200.000 e sugli stralci delle carte IGN n° 3613 ovestl
nota 40 L’attacco al bosco di Kalmerich fu condotto dal reggimento di fanteria 125(IR125), dell’attacco nei pressi dello stagno di Hoste Haut se ne occupò il reggimento di fanteria 488 (IR488) , di quello tra il precedente stagno e quello di Hoste-bas il reggimento di fanteria 499(IR499) la difesa francese era appoggiata a casematte STG e MOM ( vedi carta IGN)
nota 41 Armi per fanteria: mitragliatore MAC Mlo 1924/1929 calibro 7,5mm, mitragliatrice binata Reibel MAC Mlo 1931, mitragliatrice MAC Mlo 1931 entrambi calibro7,5mm, mortaio da 50mm Mlo 1935. Armi pesanti e controcarro: mitragliatrice pesante Hotchkiss calibro 13,2mm,cannone AC Mlo 1934 calibro 47mm, cannone AC calibro 37mm Mlo 1934.
nota 42 Solo alcune casematte nel settore di Strasburgo erano armate con cannoni controcarro da 47 mm:Bassin aux Petroles,Sporeninsel,Bassin de l’Industries, le casematte di Sporeninsel e di Rohrschollen, oltre la torretta GFM (osservazione, fucile mitragliatore)avevano una torretta osservatorio VDP(osservazione diretta e periscopica)
nota 43 Opera monoblocco a due feritoie contrapposte armate di fucile mitragliatore o di mitragliatrice pesante calibro 8 mm operanti di fiancheggiamento, devono il loro nome al generale Galchery che comandava il settore da Diebolsheim a Huningue ( se ne possono vedere alcuni intatti nei pressi del canale e della diga di Kembs. Moulouse)
nota 44 La casamatta si arrese solo il giorno dopo nel pomeriggio
nota 45 La casamatta di Marckolsheim sud al giorno d’oggi è stata trasformata in museo memoriale del Reno
nota 46 Nel primo pomeriggio gli ultimi difensori della città arrivarono a Mutzing, affaticati e con “le vesciche ai piedi” così scrive Jean Louis Burtscher nel suo libro 1940 Au Coeur de la Ligne Maginot.
Fonte immagine: europeremembers.com/wp-content/uploads/2018/07/Marckolsheim-Museum-Ligne-Maginot-du-Rhin-%C2%A9ADEAN-5.jpg