
La Fertè: la caduta di una piccola opera (quaderno 4)
Le fotografie del presente quaderno sono state scattate nei primi anni 1980, durante la mia prima visita all’opera, opera che era ancora nello stato dopo i combattimenti del 1940 , tranne per una pulizia e alcuni adattamenti per permettere le visite ,ora è stata restaurata e si e’ aggiunta una parte museale. Anche il primo monumento a ricordo dei caduti è stato sostituito dall’attuale realizzato nel 1990.
I tanti piccoli errori e deficienze che portarono alla tragedia.
La Commissione per l’Organizzazione delle Regioni Fortificate (CORF) nel progettare la “Linea” decise che la regione di Montmédy e la valle del fiume Chiers, doveva esserne l’estrema propaggine.
Venne progettato il settore fortificato di Montmédy, in breve TPM (Testa di Ponte di Montmédy) con alla destra ( guardando verso la frontiera belga) il Settore Difensivo di Marville e a sinistra il settore Chiers-Meuse facente parte del settore difensivo Ardenne.
Il settore di destra venne progettato impiegando una fortificazione leggera (casamatte) , quello di sinistra venne basato su una fortificazione campale.
Nel 1934 la CORF venne sostituita da un nuovo ente denominato “NOUVEAUX FRONTS” ( Nuovi Fronti) il quale, pressato dalla drastica riduzione del budget, soppresse la costruzione di un buon numero di fortificazioni e sospese la costruzione di parecchi blocchi delle opere in costruzione posticipandone la realizzazione in un secondo ciclo. La conseguenza nefasta fu: i blocchi sospesi erano i più costosi, ovvero quelli per artiglieria (ricordiamo che la forza della Linea era riposta nel tiro di fiancheggiamento e di mutuo sostegno ottenuto con un artiglieria in casamatta di fiancheggiamento e con cannoni sotto torre corazzata).
La progettazione previde per l’intera TPM solo due opere dotate di artiglieria, quelle di Vélosnes e di Chesnois, Entrambe vennero armate con torri a scomparsa per obici da 75 mm ma quella Chesnois era una torre modello 1905, ovvero una torre del tipo che armava i forti della prima guerra mondiale con alcuni aggiornamenti.
Il settore, lungo una trentina di chilometri, fu quindi progettato e realizzato con una gravissima carenza di artiglieria.
Completiamo la descrizione della struttura del settore fortificato: a sostegno delle due opere d’artiglieria ( GO grosse opere) due piccole PO: Thonnelle e La Ferté e dodici grosse casematte; la protezione alla fortificazione offerta dai reticolati ( antiuomo) e dagli ostacoli anticarro ( champs de rails)terminava all’altezza del paesetto di Villy, quest’ultimo, nel corso dell’inverno tra il 1939 e il 1940, venne trasformato in campo trincerato dalla 1^compagnia del 23° Reggimento di Fanteria Coloniale (23°RIC).
Su tutta la regione, spaziava, da un altura di un centinaio di metri, l’osservatorio di Walfroy-l’Ermitage. Posto nelle immediate retrovie della casamatta di Margut, sorvegliava il territorio tra la PO di La Ferté e il GO di Chesnois. Nelle retrovie della linea di resistenza erano in costruzione alcune casematte STG ( Sezione Tecnica del Genio) a formare un piccolo tratto di linea di arresto.
Lo studio per la realizzazione dell’opera di La Fertè fu conferito al genio di Metz, il quale a partire dal marzo 1934 elaborò alcune soluzioni:il progetto iniziale prevedeva due blocchi, formate da casematte a due piani, costruiti a cavallo del piccolo mammellone chiamato la Croix de Villy da cui un lungo e irto pendio scendeva verso la Chiers.
Missione: assicurare il raccordo delle fortificazioni potenti (si fa per dire) della TPM con la fortificazione da campagna del sottosettore di Mouzon tenuto dal 136° Reggimento Fanteria da Fortezza (RIF). per espletare la consegna la PO de La Ferté doveva essere armata con una torre corazzata a scomparsa da 75mm e coadiuvata da un opera armata d’artiglieria costruita a Vaux les Mouzon.
Finalmente nel marzo 1935, superando notevoli difficoltà, venne presentato al generale Belhague quello che si sperava fosse il progetto definitivo:erano previsti due blocchi di combattimento costruiti ad Est della strada per Villy ( Dipartimentale D 52) e un ingresso nella scarpata di Malonnes. nota 26
Il generale, esaminatolo, decise alcune modifiche : il blocco di ingresso fu differito in un secondo tempo, per cui i due blocchi di combattimento dovevano avere ognuno un ingresso ed essere autonomi. Una galleria, già prevista, ma di ridotta sezione, doveva collegarli.
Entriamo nei dettagli: le camerate, i generatori di corrente ecc. erano nei blocchi, al piano superiore o inferiore nota 27, non a trenta metri sottoterra come di consueto, le due casematte erano unite, tra di loro, da una piccola galleria nella quale non venne previsto che la guarnigione potesse rimanervi a lungo, trovandovi un relativo riparo dal frastuono del combattimento , vi era solo una cucina e un infermeria. Cosa molto grave, non vi era l’uscita di sicurezza solitamente ottenuta tramite la galleria delle acque reflue (égout visitable)
I due blocchi, a causa della configurazione del terreno,si vedevano e quindi si coprivano, a vicenda, in modo imperfetto ; la torretta GFM di sinistra del blocco 1 doveva sorvegliare il blocco 2 ma solo la torretta VDP a destra del blocco 2 era in grado di vedere il blocco 1, inoltre la forte pendenza verso il fiume Chiers, creava un accentuato angolo morto.
Il blocco 2 venne costruito alla sommità della collinetta di Croix-de-Villy, per cui si rese necessario la realizzazione di una grande scarpata; nel 1940 questa non era ancora ben assestata; l’artiglieria tedesca la rivoltò letteralmente creando grandi e profondi crateri in cui le truppe d’assalto nemiche si defilarono.
Il fianco sinistro della PO, verso il paesino di Villy, era indifeso: nessuna arma lo copriva , anzi, la torretta GFM a sinistra del blocco 2 impediva, interponendosi, il tiro della torre corazzata verso questa direzione.
Ogni volta che la PO era minacciata, non potendo, per quanto prima asserito,i due blocchi difendersi vicendevolmente, era necessario chiedere l’intervento della GO di Chesnois, Una linea telefonica diretta collegava l’osservatorio (assicurato dalla torretta VDP) de La Fertè con il Servizio Informazioni d’Artiglieria (SRA), il passaggio delle richieste attraverso la catena di comando della GO. allungavano i tempi di risposta, inoltre, come già asserito,i cannoni della torre corazzata a scomparsa da 75mm modello 1905, che essendo del tipo in uso durante la prima guerra mondiale, tiravano al limite della portata.
Il blocco 1 doveva incrociare il tiro con la casamatta di Margut (tiro di fiancheggiamento verso Est). L’armamento principale era un cannone controcarro da 47 mm e due mitragliatrici binate Reibel da 7,5mm ,il tutto istallato in una camera di tiro orientata verso la sopramenzionata casamatta. Due torrette AM assicuravano la difesa frontale e due torrette GFM dovevano garantire la sorveglianza dei dintorni, inoltre quella di sinistra doveva coprire il blocco 2.
Il blocco 2 doveva battere lo spazio verso il villaggio di Villy assicurando così il collegamento con la posizione fortificata di campagna, per adempiere allo scopo aveva una torre corazzata a scomparsa per due cannoni da 75 modello 1905 modificata sostituendo i cannoni con due sistemi d’arma composti ognuno da una mitragliatrice binata e da un cannone da 25mm. La torre era coadiuvata da una torretta AM, una torretta GFM e una VDP ( con funzioni di osservatorio per artiglieria, denominato osservatorio 0201).
La strada La Fertè- Villy forma una trincea scavata nella cresta a sinistra del blocco 2, questa non poteva essere colpita da alcuna arma in dotazione, al momento,alla PO. nota 28
Per migliorare la difesa della posizione nel 1938 vennero costruite, posizionandole a cavallo della sommità della Croix-de-Villy , due casematte per cannoni da 75mm modello 1897/1933, una aveva il campo di tiro verso Ovest, l’altra verso Est. nota 29
Queste due casematte erano facilmente neutralizzabili poiché, oltre ad avere le cannoniere rivolte verso il nemico queste erano enormi ( 1,30m x 1,70m) e senza corazzatura, non erano protette dalla PO, poiché questa, non le vedeva.
I due blocchi, della PO, avevano entrambi una piccola centrale elettrica dotata di due gruppi elettrogeni da 75 cv ( 4 generatrici in totale), vi era un collegamento elettrico tra i due blocchi per cui un solo gruppo di generatori poteva fornire l’elettricità all’intera fortificazione.
La PO aveva una centrale telefonica ( istallata nel blocco 1) collegata alla rete telefonica della Testa di Ponte di Montmédy tramite due cavi telefonici interrati che raggiungevano la camera corazzata interrata di interconnessione n°1(chambre de coupure n°1). La fortificazione, come abbiamo già affermato, era quindi in grado di collegarsi con Chesnois, con la casamatta di Margut,con le due casematte d’artiglieria di Villy, e con i posti comando del 155°Reggimento di Fanteria di Fortezza ( 155^ RIF) e le unità di rinforzo.
Se il nemico riusciva a distruggere la “chambre de coupure” l’interconnessione poteva saltare per cui la PO aveva un posto radio che poteva collegarsi con Chesnois e con gli altri osservatori del settore.
La ventilazione e la protezione contro i gas nota 30 : il blocco 1, che era collegato dalla galleria al blocco 2, venne costruito a una quota più bassa rispetto all’altro blocco, questa differenza di quota fece si che vi fosse una corrente d’aria naturale tra la galleria e il blocco 2.
In considerazione di questo fatto,ogni blocco aveva, al piano inferiore, un gruppo di ventilazione di 5 filtri, la presa d’aria esterna era nell’ingresso tra la porta esterna a griglia e la prima delle porte SAS( una SAS è formata da un tratto di corridoio chiuso alle due estremità da una porta a tenuta, Ogni blocco era quindi isolato dall’esterno dalla sopra menzionata SAS , una seconda SAS detta interna, isolava il blocco dai pozzi delle scale di accesso alla galleria (nel blocco 1 essendo istallata all’altezza del piano superiore isolava solo questo piano).
A La Fertè le porte SAS contrariamente a quanto si usava fare negli altri forti vennero posizionate in alto nei blocchi non in basso nella galleria di collegamento.
Nel blocco 2 la ventilazione era dunque assicurata da 5 filtri, nel blocco 1, tre filtri ventilavano il piano superiore e due, il piano inferiore e la galleria. L’aria viziata era espulsa dal blocco 2.
In regime di “aria pura” la presa d’aria esterna del blocco 1 veniva usata per l’ intera fortificazione,in regime di “aria gasata” ogni blocco era autonomo, la ventilazione della galleria era comunque sempre assicurata dal blocco 1.
L’equipaggio della PO, contava 104 uomini, era interarmi, ovvero: la fanteria era addetta alle armi ed era in forza al 155° Reggimento Fanteria da Fortezza, il funzionamento degli apparati elettromeccanici era assicurato da genieri del 3° genio, le trasmissioni erano curate dal 18° genio, gli osservatori di artiglieria erano del 169° Reggimento d’Artiglieria di Posizione (RAP) e del 17° Reggimento d’Artiglieria (RA).
Il primo comandante, nel 1938, fu il tenente Guiard avente come aiuto il tenente della riserva,in seguito promosso capitano,André che era anche il sindaco del villaggio di Villy.
Il 20 marzo 1940 il tenente Guiard fu sostituito dal tenente Bourguignon che prima comandava la casamatta di Thonne-le-Thill. Il sottotenente Thouément, sostituì il capitano Andrè assumendo anche il comando del blocco 2, blocco del quale, pare, non conosceva a fondo l’armamento e gli apparati elettromeccanici.
L’organico prevedeva solo due ufficiali, troppo pochi per un equipaggio di 104 uomini, mancavano infatti un ufficiale osservatore d’artiglieria, un ufficiale del genio e un ufficiale al comando del blocco 1 infatti il tenente Bourguignon accumulò il comando del blocco 1 e quello dell’intero forte.
Ricapitoliamo l’armamento dell’opera:
Blocco 1: un fucile mitragliatore alla difesa della chicane d’ingresso, una camera di combattimento con due feritoie: una per mitragliatrice binata Reibel calibro 7,5 mm , la seconda per un’altra mitragliatrice binata sostituibile nella feritoia da un cannone controcarro da 47mm. due torrette corazzate per AM (per “trumelage” vale a dire sistema d’arma composto da mitragliatrice binata e cannone controcarro da 25mm ) due torrette GFM modello B (Guet,Fusil Mitrailleur ossia osservazione e fucile mitragliatore)
Blocco 2:un fucile mitragliatore alla difesa della chicane d’ingresso, una torre corazzata a scomparsa da 75mm modello 1905 a cui vennero sostituiti i cannoni con due sistemi d’arma composti da mitragliatrice binata e cannone controcarro da 25mm, una torretta VSP (Vision Directe et Periscopique),una torretta per AM e una torretta GFM.
Le armi della torretta AM e quella della torre corazzata a scomparsa erano praticamente uguali, la differenza era: la torre corazzata sparava a 360 gradi ,la torretta aveva un angolo di tiro di 45 gradi nota 31
A offensiva tedesca iniziata. i comandi francesi decisero di modificare la catena di comando del settore : il 10 maggio 1940 la PO passò sotto il comando del 1° battaglione del 23° reggimento fanteria (I/23°RIC) che difendeva il tratto di fronte compreso tra l’estremità Est della bretella di Inor e il versante Ovest della Croix de Villy. Il reggimento faceva parte della 3^ Divisione di Fanteria coloniale (3^DIC), schierata di rinforzo al 155° Reggimento Fanteria da Fortezza (155°RIF).
Con l’arrivo del Corpo d’Armata di rinforzo, il comando del Settore Fortificato di Montmédy venne privato di ogni responsabilità tattica, doveva solo più occuparsi della manutenzione delle opere e dell’istruzione degli equipaggi.
Le casematte d’artiglieria,che fiancheggiavano l’opera de La Fertè, erano servite da uomini del 169° Reggimento d’Artiglieria da Posizione (169°RAP ) a completare lo schieramento dell’artiglieria del settore: il 3° Reggimento d’Artiglieria Coloniale (3°RAC) nota 32 , il 203° Reggimento d’ Artiglieria Pesante Coloniale (203°RALC) , il 145° Reggimento di Artiglieria Pesante Ippotrainata (145°RALH) e, infine, il 118°RALH, appartenente all’organico del 18° Corpo d’ Armata. Un guazzabuglio di comandi e responsabilità.
Vediamo ora gli avvenimenti che portarono alla caduta della PO.
11 maggio fu consegnata l’ottica di osservazione della torre corazzata a scomparsa della PO de la Ferté, questo fu montata nella notte tra il 13 e il 14 maggio.
Sempre l’ 11 maggio, gli stukas si accanirono sulla casamatta di Moiry, alle 22 del medesimo giorno la torre corazzata a scomparsa di Velosnes effettuò un tiro di appoggio ai soldati francesi in ritirata dal Belgio ( vedi quaderno 3) e il giorno successivo, verso le 18 , fu quella di Chesnois che intervenne a protezione al ripiegamento della cavalleria francese.
Il 13 maggio pattuglie tedesche di pochi uomini si avvicinarono alle opere tenendosi però fuori portata delle armi delle torrette; alle ore 15, le truppe del 191° reggimento della 71^ divisione di fanteria ( 191°IR della 71^ID) del VII Corpo d’Armata (AK VII), occupano il paese di Blagny, di fronte alla PO de La Fertè. nota 33
Il 15 maggio i soldati francesi schierati sulle rive della Chiers nei dintorni di Sedan si ritirarono sulla bretella Inor- Malandry. A seguito di questi avvenimenti, i soldati che presidiano il paese di Villy e la PO di La Fertè , si trovarono in prima linea, il loro fianco sinistro era totalmente sguarnito.
Nella mattinata ( del 15 ) la casamatta Villy Ovest aprì il fuoco sulla fanteria nemica che avanzava verso la fattoria di Blanchampagne , il tiro venne diretto dall’osservatorio O201 de La Fertè, ottenendo un buon risultato.
Il 16 maggio i tedeschi attaccarono in forze la linea Villy-quota 226( II sulla carta al 25.000)-quota 311(III) nota 34, cioè sul fianco sinistro dell’PO, l’attacco non era diretto contro la PO ma se lo sfondamento fosse riuscito i tedeschi avrebbero avuto un ottima base di partenza per assaltare il forte.
I soldati del 23°RIC ( la truppa del reggimento era composta da fanti di marina, i marsouin) combatterono coraggiosamente e nonostante l’appoggio della casamatta Villy Ovest ( che sparò un centinaio di proietti ) dovettero, in serata, cedere la quota 226 alle truppe tedesche.
I reggimenti tedeschi di fanteria 194° e 211°( IR 194 e IR 211)inviarono degli esploratori in direzione della camatte di Moiry(IV) e di Sainte-Marie (V)l’intervento della casamatta Villy est unitamente alla torre corazzata di Chesnois li costrinse a ripiegare, alle ore 21,55 la stessa torre sparò con tiro di “spidocchiamento” sulle sovrastrutture della PO e nelle sue vicinanze.
Il giorno successivo, il 17 Maggio, i tedeschi intensificarono gli attacchi, il 211° reggimento di fanteria (IR211) provò per tutto il giorno ad impadronirsi di quota 311, difeso strenuamente dai fanti del 1° battaglione del 23°RIC. Al calar della notte la quota fu conquistata, nel frattempo l’artiglieria tedesca aveva iniziato i tiri di regolazione sulla PO.
Con la caduta delle due quote, la camera di interconnessione n°1 , da cui transitavano ( come abbiamo già detto) le linee telefoniche del forte, non era pù difesa dai francesi per cui il Settore Fortificato di Montmédy ( SFM) ordinò al comandante della PO di cessare ogni comunicazione telefonica con l’esterno. tutti i messaggi, che dovevano essere cifrati, per e da Chesnois, vennero inviati e ricevuti dalla piccola stazione radio della PO attraverso la “maglia” dell’artiglieria.
Le comunicazioni divennero lente, disturbate dai tedeschi, non era possibile comunicare direttamente con la 3^DIC ( il servizio informazioni dell’artiglieria della GO di Chesnois non ritrasmetteva i messaggi della PO ).
Intanto i difensori di Villy, che erano sotto un pesante bombardamento e attaccati dai fanti tedeschi del IR191, subirono gravi perdite riuscendo però a mantenere alcune posizioni chiave E assai probabile che la torre corazzata per armi miste della La Ferté sia intervenuta in loro aiuto, benché il villaggio non potesse comunicare telefonicamente per richiedere aiuto( non vi era collegamento telefonico diretto tra il paese e la PO, ma quasi sicuramente la torretta VDP era in grado di “vedere” il villaggio).
Il generale Huntzinger alle ore 8,20 inviò un primo messaggio al generale al comando del 18°Corpo d’Armata in cui si affermava: “anche se accerchiate le fortificazioni della TPM devono continuare il combattimento a oltranza. Tutti gli sforzi saranno fatti per liberare le fortificazioni accerchiate”.
Alle 12,30 venne inviato un secondo messaggio: “importanza capitale è conservare quota 311 e l’opera de La Fertè, il cui possesso è indispensabile per la copertura laterale della testa di ponte. Tutto il terreno perso dovrà essere ripreso. Di conseguenza preparare contrattacchi.”
Il generale Brochard che era al comando del 18°CA, decise di lanciare un contrattacco partendo dal declivio di Cote de Vigneulles nel paese di Olizy sur Chiers, con l’aiuto della 6^ divisione di fanteria.
A metà pomeriggio del 17 maggio il paese di Villy,la PO de La Fertè e le due casematte per cannoni da 75mm( abbandonate dai serventi che temevano di essere presi prigionieri dai tedeschi che progredivano verso quota 311) erano oltre la linea difensiva francese
Nella notte tra il 17 e il 18 maggio la PO informò l’SRA di Chesnois, dell’aggravarsi della situazione: messaggio delle 19,52: “ l’artiglieria nemica tira di nuovo su di noi”.ore 21,30 circa : “ siamo attaccati, chiedo tiro sopra il forte”.stesso messaggio alle 4 del mattino. La torre corazzata di Chesnois , rispose immediatamente inviando bordate su bordate.
Il 18 Maggio, a metà mattina , furono ristabiliti i collegamenti telefonici , la divisione di fanteria coloniale ordinò che tutte le fortificazioni del settore comunicassero direttamente le loro informazioni . Il 1°Gruppo del 3° Reggimento d’Artiglieria Coloniale poté comunicare direttamente con la PO e, a richiesta della medesima, ordinare ai suoi cannoni da 75mm, di effettuare il tiro di repressione. A metà pomeriggio, la parte del villaggio di Villy, che ancora resisteva; si arrese, la PO di La Fertè era ormai isolata.
Due fatti gravissimi accaddero in rapida successione:alle 14,15 la feritoia della torretta GFM del blocco 2 venne colpita da un proietto di rimbalzo, uccidendo all’istante i tre serventi, poco dopo la torre corazzata a scomparsa per armi miste, mentre era in batteria con le feritoie rivolte verso le retrovie rimase bloccata.
L’incidente non ha avuto spiegazioni: la torre fu colpita mentre era in batteria e stava osservando verso quota 226 o stava sparando sui tedeschi radunati sulla quota, oppure fu un guasto meccanico ? La perdita della torre e della torretta GFM ridusse moltissimo il potere difensivo dell’opera.
Il 18 maggio alle 17 circa, i tedeschi iniziarono un intenso tiro d’artiglieria per distruggere i reticolati e di creare dei crateri, in cui gli assaltatori si potessero defilare nell’avvicinarsi all’opera, due gruppi d’assalto del 191° Reggimento di Fanteria raggiunsero alla spicciolata la casamatta d’artiglieria di Villy Est, abbandonata dai difensori, dopo circa un ora, alla fine del bombardamento d’artiglieria, si raggrupparono presso la casamatta Villy Ovest con le truppe d’assalto provenienti dal paese di Villy.
Le truppe d’assalto erano : un gruppo del 171° Battaglione Pionieri ( PiBat 171) comandati dal tenente Germer e due gruppi d’ assalto del 211° reggimento di fanteria ( IR 211) al cui comando era il capitano Corduan. ( recapitolando, gli attaccanti erano: 4 gruppi d’assalto dei due reggimenti di fanteria e un gruppo del genio guastatori, poche decine di uomini).
Ore 18,10 i pionieri raggiungono i reticolati , 4 cannoni antiaerei da 88mm iniziano il tiro al bersaglio sulle corazzature della PO ( scopo accecare i difensori rendendo impossibile presidiare le torrette).
Ore 18,30 cessa il tiro, i pionieri , che si erano nascosti nei crateri dei proietti d’artiglieria, raggiungono le sovrastrutture del blocco 2 .Viene lanciato un fumogeno di colore bianco, questo voleva dire “obiettivo raggiunto, sospendete il fuoco d’artiglieria”
I tedeschi distrussero con una carica d’esplosivo le feritoie della torretta n°2 ormai fuori servizio e non più presidiata dal primo pomeriggio, iniziano a lanciare esplosivi e fumogeni all’interno della torretta e del sottostante pozzo.
I guastatori attaccano con l’esplosivo la torre corazzata a scomparsa , che come già detto, era bloccata in batteria, un sistema d’arma fu divelto dai sostegni precipitando nella camera di tiro, alle ore 19 fu la volta delle restanti due torrette. In meno di un ora il blocco 2 era neutralizzato.
Il comandante della PO, tenente Bourguignon, si mise in contatto con i superiori, tra questi il capo di stato maggiore della 3^DIC il quale gli annunciò un contrattacco appoggiato da carri armati pesanti.
Verso le 19 il nuovo comandante del 18° Corpo d’Armata ( generale Doyen che sostituì il generale Brochard, ) e il comandante della 6^Divisione di fanteria ( generale Lucien ) diedero inizio al contrattacco voluto, sin dal 17 giugno, dal generale Huntziger.
A operare furono inviati due battaglioni del 119°reggimento di fanteria della 6^divisione, l’appoggio era fornito da 10 carri tipo B1bis del 41°Battaglione Carri da Combattimento (41°BCC) , l’obiettivo era:riconquistare la quota 311 raggiungendo contemporaneamente la strada campestre che va da Malandry a la Ferté sur Chiers.
Alle 19,30 i carri partirono e poco dopo raggiunsero l’obiettivo, alle 20,45 la fanteria che dovevano accompagnare non era ancora giunta, pertanto invertirono la marcia ritornando alla base di partenza.
I fanti francesi, sin dall’inizio, furono in difficoltà, il 3°battaglione del 119° reggimento raggiunse la quota 311 ma fu preso sotto tiro da un violento cannoneggiamento e dovette fermarsi, anche il 1° battaglione che operava sul fianco della quota 311, avendo avuto un centinaio di perdite, fu bloccato.
L’ indomani mattina (19 Maggio) i francesi si ritirarono, il contrattacco era fallito, nonostante gli obiettivi non fossero presidiati in forze dai tedeschi.
Nella PO di La Ferté, non erano a conoscenza del fallimento del contrattacco che doveva liberare il loro fianco sinitro, speravano di avere il consueto appoggio della torre corazzata di Chesnois ma alla richiesta di intervento fu opposto un diniego un “autorità” aveva ordinato di non tirare più sull’opera per non “compromettere il contrattacco”.
Verso le 21 del 18 maggio. l’artiglieria tedesca si concentrò sul blocco 1 , nel frattempo i guastatori che erano stati riforniti di esplosivi, attaccarono, nuovamente, la torre corazzata per armi miste ( bloccata in batteria), fissarono una grossa carica sulla parete della camera di tiro , la conseguente esplosione sollevò l’intera torre e la fece ricadere di traverso sul pozzo.
Alle 21,20 venne colpita una torretta GFM del blocco 1. non si ha notizia di vittime.
Alle 22,50 cessò il tiro d’artiglieria, i pionieri alle 23 attaccarono con l’esplosivo il blocco 1
Verso mezzanotte la torretta per AM centrale, venne messa fuori uso ; alle 0,40 , venne neutralizzata la torretta AM di sinistra , stessa sorte alle ore 1, per la torretta GFM di destra.
I pionieri si ritirano dopo aver gettato forti cariche esplosive e fumogeni nelle torrette fuori uso. Il gruppo d’assalto della 7^compagnia del 211°Reggimento di Fanteria, puntò una mitragliatrice contro l’uscita del blocco1 per impedire la sortita dell’equipaggio dall’opera .
Al levar del sole del 19 maggio, i pionieri, fanno saltare la porta del blocco 2, ma non riescono ad entrare a causa di un incendio. Nel pomeriggio ritornano al blocco 1 e eliminano l’ultima torretta ancora intatta.
La PO può considerarsi neutralizzata, anche se la camera di tiro del blocco 1, armata di cannone controcarro e mitragliatrici binate, è intatta. Fin dal primo mattino l’opera non rispondeva più al telefono, un denso fumo bianco, venne segnalato da tutti gli osservatori, il fumo persisterà per molti giorni sul mammellone della Croix de Villy.
Il 20 maggio, parecchi tedeschi, muniti di respiratori, entrarono nel blocco 2, nonostante la presenza di fumo ristagnante, costatarono i gravi danni subiti dalla camerata truppa e dei vani alla base delle torrette. Nella notte tra il 20 e il 21Maggio, il genio guastatori tedesco fece saltare la porta del blocco 1,con questa azione ogni operazione militare cessò.
I comandi francesi non avevano informazioni sull’opera: era stata solo neutralizzata o era anche stata occupata dai tedeschi ? Venne ordinata una ricognizione, per due volte una pattuglia tentò di avvicinarsi ma essendo la zona circostante occupata da truppe tedesche, non riuscirono nell’intento.
Nella notte tra il 24 e 25 maggio. una pattuglia del 23°RIC, comandata dal sottotenente Fiévet e dal sergente Félot, riuscì ad entrare nel blocco 1 attraverso la porta fatta saltare dai tedeschi.Il sergente Félot entrò nel corridoio di ingresso, trovò due cadaveri , ma una barricata di letti e ferraglie, bloccavano l’accesso al piano per cui la pattuglia ripiegò.
Il 25 maggio l’osservatorio di Saint-Walfroy segnalò: “ sembra che la torretta di destra del forte sia spostata”. Molto probabilmente , l’osservatore si riferiva alla torre corazzata a scomparsa che era inclinata sulla sua sede; questa segnalazione indicò che fino a quel giorno il fumo ristagnò sopra la PO, per cui non era possibile l’osservazione.
Un ulteriore ricognizione fu predisposta nella notte tra il 27 e il 28 maggio, condotta con un gruppo di 50 uomini e comprendente un ufficiale del genio; tale ricognizione permise di valutare,dall’esterno, i danni subiti dalle corazzature del blocco 1. Sorpresa da una pattuglia tedesca, con cui vennero scambiati colpi di arma da fuoco, la pattuglia francese non riuscì ad entrare nell’interno.
I tedeschi, a loro volta, vollero rendersi conto dei risultati dell’ attacco;il 28 maggio , il tenente Germer e i suoi pionieri entrarono nel blocco 2, aprirono le porte stagne interne e percorsero la galleria sotterranea, raggiunta la cucina, il ristagno di fumi, li obbligò a ritornare nel blocco. All’imbrunire,i pionieri tedeschi, entrarono nel blocco 1,ma per gli ostacoli che bloccarono la pattuglia del sottotenente Fiévet, non riuscirono ad ispezionare il piano.
Il 2 giugno, una pattuglia del IR191, al comando dell’aiutante Brand, riuscì ad ispezionare l’intera opera, L’apertura delle porte stagne del blocco 2 aveva permesso di risanare la parte sotterranea, i tedeschi entrarono nel blocco 2,percorsero la galleria di unione in direzione del blocco 1, Nella galleria. dopo la cucina,rinvennero parte dell’equipaggio, la quasi totalità degli uomini indossava la maschera antigas, ai piedi delle scale per il blocco 1 scoprirono altri corpi.
La pattuglia risalì nel blocco 1 e entrò, forzando la serratura,nel posto comando del tenente Bourguignon, che venne trovato seduto alla sua scrivania, la testa rovesciata indietro e senza maschera antigas. Sulle scale di accesso al piano superiore, rinvennero i corpi di cinque sottufficiali,tutti indossavano la maschera antigas.
Il 9 giugno,un battaglione di disciplina della 16^ armata tedesca iniziò a far risalire i corpi dei membri dell’equipaggio e li inumò in alcune fosse comuni. L’autopsia eseguita in seguito, sui caduti, accertò la morte per mancanza di ossigeno e avvelenamento da ossido di carbonio.
NOTE
nota 26 Non ho trovato sulle carte in mio possesso un toponimo che assomigli o sia Malonnes
nota 27 Nelle casematte a due piani il piano chiamato superiore era a costruito a livello del piano di campagna ( per meglio comprenderci direi piano terra) l’altro piano chiamato inferiore era interrato ( direi cantina)
nota 28 Vennero studiati e realizzati dei mortai da istallarsi nelle torrette, purtroppo nel 1940 mancavano i supporti per l’istallazione
nota 29 Sulla carta delle IGN ( Istituto Geografico Nazionale francese ) al 1:25000 n°3110 Est-Montmédy Est viene riportata la casamatta con fiancheggiamento ad est mentre stranamente non è indicata quella verso ovest( forse poteva sorgere dove adesso c’é il grande monumento ai caduti e quidi essere stata demolita e a seguito di un aggiornamento cancellata)
La carta riprodotta nel presente quaderno è ottenuta unendo due carte al 25000 del IGN: n°3110 Ovest-Montmèdy Ovest e n°3110 Est-Montmédy Est edite nel 1979
nota 30 La protezione contro i gas tossici si ottiene mettendo in surpressione l’intero forte, opponendosi così all’ingresso di agenti chimici esterni (gas tossici lanciati dal nemico) e automaticamente espellendo all’esterno l’ossido di carbonio generato dal tiro delle armi in dotazione. La surpressione è resa possibile dalla tenuta stagna delle feritole e delle porte. 1 blocchi di combattimento sono isolati dalle gallerie e dagli altri locali con porte a tenuta stagna (SAS); inoltre avendo un proprio sistema di ventilazione e una propria batteria di filtri sono autonomi. L’immissione d’aria all’interno del forte può funzionare in due modi: ARIA PURA (aria esterna pura) e ARIA CON GAS (attacco nemico con dei gas tossici). Funzionamento con aria pura:le porte d’ingresso sona chiuse, ma non in maniera stagna, l’aria entra nelle gallerie e si irradia nel forte. I blocchi di combattimento aspirano l’aria nella galleria principale con i propri ventilatori per “aria pura” e le valvole dipinte in verde, per l’aria gasata sono chiuse, i locali sona in surpressione. Funzionamento con aria gasata: speciali segnalatori rilevano la presenza di gas, scatta l’allarme, le porte di ingresso già chiuse vengono rese stagne, l’aria viene aspirata dalla presa d’aria principale e dopo essere purificata con la batteria di filtri nella sala di neutralizzazione, viene immessa nella galleria principale da dove alimenta tutto il forte come nel sistema aria pura.
Nei blocchi di combattimento il ventilatore “aria pura” viene fermato, si aspira l’aria dall’esterno mediante il ventilatore “aria gasata”, la si purifica con i filtri del blocco e la si immette nei locali. Tramite valvole e un gioco di ventilatori si possono ottenere vari regimi intermedi; va da sé che le manovre sona complicate e il personale, appositamente addestrato, ha degli ordini ben precisi, questi ordini sono acclusi a quelli di combattimento del forte.
nota 31 Per meglio comprendere le armi in dotazione a un forte della Linea Maginot leggere l’opuscolo “ La Linea Maginot” postato sul presente blog.
nota 32 In particolare il 1°gruppo del 3° reggimento d’Artiglieria Coloniale (I/3° RAC) doveva agire in appoggio al 23°RIC che difendeva il tratto di fronte che comprendeva la PO de La Fertè.
nota 33 Nella numerazione tedesca Panzerwerk 505.
nota 34 La quota riportata da molti storici 311 non è riportata sulla carta IGN n°3110 Ovest-Montmèdy Ovest, vi è una quota 310 ( località la Crotte) entrambi le quote si trovano sulla bretella di difesa Malandry-Inor, per congruenza con gli autori francesi userò anch’io quota 311.